BIAS 2018
LA PORTA - Porta itineris dicitur longissima esse
Parco archeologico di Selinunte e Cave di Cusa 2018
Logos. Il bastone di Mosè, legno, 2014.
Quando Dio apparve a Mosè gli chiese cosa avesse nella sua mano e Mosè rispose “un bastone”. Il bastone si trasformò miracolosamente in un serpente e poi tornò a essere un bastone.
Libro dell’Esodo [cap. 4, versetto 2]
La rappresentazione, su tavola lignea incisa, vuole fissare un momento di questa trasformazione e il ristabilirsi di un ordine nell’equilibrio tra il bene e il male.
Il serpente, nella Bibbia è descritto come un animale astuto, simbolo del male che perverte la ragione e fa dubitare della bontà di Dio [Gn 3,1- 5] e, nella religione cristiana, diviene il simbolo di Satana, della perversione razionale, del Male.
Il suo potere malefico seduce e avvelena il pensiero, lo altera rendendolo perverso, scaltro, fallace e ingannevole.
Il serpente, tuttavia, in numerose civiltà, ha una propria connotazione segnica caratterizzata dalla duplicità: esso è, in altri termini, emblema di morte, ma anche di vita, simbolo del male, ma anche della rigenerazione, creatura antica che proviene dalle viscere della terra, ma anche antidoto contro gli avvelenamenti.
Spesso le antiche popolazioni credevano nell’immortalità del serpente e nella sua rinascita. La muta epidermica contribuiva ad accrescere questo attributo di fecondità e rinnovamento, aspetto “positivo” del serpente.
Mosè risolve l’ambiguità tra il bene e il male e, brandendo il bastone, ristabilisce l’equilibrio imponendo il logos, la ragione che prevale sul caos.
La Porta di rame, Cave di Cusa, legno, 2018
La porta è un oggetto carico di significati simbolici. In diverse culture, in Occidente come in Oriente, varcare una soglia equivale a passare da un certo mondo ad un altro e la porta rappresenta la separazione ovvero la comunicazione tra i due ambiti. In Grecia la porta è il luogo di Hermes, il dio dei cambiamenti di stato, per il quale non esistono né recinti, né serrature, né confini. Nel medioevo la porta sacra simboleggiava la porta verso la salvezza che, sigillata a causa del peccato di Adamo ed Eva, riapre i battenti grazie al sacrificio di Cristo. Ma la porta simboleggia anche la vita, che non è altro che un continuo varcare di soglie, una serie di passaggi da una fase all’altra, dalla nascita sino alla morte. Tanti sono i significati simbolici della porta che nella psicologia junghiana la porta è divenuta un archetipo, un’immagine presente nell’inconscio che ritorna nel sogno per rappresentare i movimenti di uscita o di differenziazione, e con essi anche una ricerca di integrazione diretta a coniugare elementi differenziati, come il conscio e l’inconscio. Pertanto, la porta è il simbolo che meglio di altri si presta a introdurre delle opere dedicate al gioco. Essa infatti segna il punto di passaggio tra il mondo razionale e quello della fantasia, tra il mondo retto dal principio di realtà e di non contraddizione e quello dove tutto è possibile, tra la pratica concreta e la spinta verso il superamento delle costrizioni del reale. La porta, come la siepe di Leopardi, stimola l’uomo alla ricerca dell’Infinito.